Convegno - Festival delle scienze infettivologiche
Il grande dilemma dell’infettivologia moderna è pervenire ad una risposta definitiva ad alcuni grandi interrogativi che interessano questa disciplina: riusciranno i nostri eroi, dopo aver gettato le basi e creato i presupposti fondamentali, ad elaborare delle strategie terapeutiche vincenti che permettano in un futuro non troppo lontano di eradicare le principali patologie virali che affliggono il nostro pianeta : l’infezione da HIV e l ‘ epatite cronica B e quella di tipo C? Mentre per le prime due la strada da percorrere rimane ancora consistente , piena di incertezze e di problemi non risolti, legati ai cosiddetti santuari virali, diverso appare il discorso per quanto concerne l’ epatite virale cronica C. Per la prima volta le nuove opzioni terapeutiche, basate sull’ impiego di farmaci innovativi ad azione antivirale diretta hanno determinato una svolta epocale nella prognosi di questa complessa patologia infettiva epatica e sistemica. Le elevatissime percentuali di risoluzione depongono, infatti, per un traguardo non troppo lontano da raggiungere. Dall’ altro le terapie attuali per combattere l’infezione da HIV e da HBV , tuttavia, pur sempre più efficaci e scevre da effetti collaterali, consentono il controllo dell’ infezione, garantendo ai pazienti affetti da questa patologia infettiva una qualità e una aspettativa di vita sovrapponibile a quella della popolazione generale.
I cambiamenti climatici associati ai rapidi scambi di persone, animali e merci, nel breve volgere di tempo, hanno determinato per alcuni aspetti la “tropicalizzazione” del nostro Paese, con la conseguente comparsa di patologie infettive che fino ad alcuni anni orsono si pensava fossero di esclusiva osservazione di determinate aree geografiche. La presenza di vettori compatibili ha creato le condizioni perché si realizzassero epidemie o infezioni da virus chikungunya, dengue, zika, west-nile. Il monitoraggio, la sorveglianza ed il controllo degli attori che entrano in gioco nella realizzazione della catena epidemiologica risulta fondamentale ai fini preventivi non essendo disponibile, a tutt’ oggi, una terapia eziologica.
Il numero impressionante di viaggiatori ed il crescente volume di scambi fra i vari Paesi ha determinato, nel corso dei decenni, un aumento continuo del numero di individui in trasferimento e consequenzialmente un incremento delle problematiche sanitarie connesse. In quest’ottica patologie infettive e non legate a condizioni di disagio sociale e povertà hanno assunto una rilevanza importante dovuta alla nuova globalizzazione. La conoscenza del fenomeno e l’ adozione di misure di controllo e di prevenzione sono fondamentali per verificare e contenere i rischi delle persone e degli operatori sanitari.
La recrudescenza dei casi di morbillo e varicella, l’epidemia di meningite da meningococco della vicina Toscana e l’ aumento esponenziale delle infezioni sessualmente trasmesse hanno riproposto altresì, drammaticamente, il problema del rispetto delle indicazioni delle vaccinazioni nella popolazione generale, tra schieramenti pro e no vax, comportamenti a rischio e stili di vita. L’infettivologo in questa dialettica quotidiana è chiamato a svolgere una funzione cardine per conoscenza, competenza, professionalità, capacità terapeutiche e preventive.
Le recenti acquisizioni sul microbioma intestinale hanno permesso d’identificare una struttura che riveste un ruolo cruciale per il mantenimento dello stato di salute e la funzione immunitaria. L’ interazione tra patrimonio genetico, microbiota intestinale e organismo è infatti alla base di molte patologie infettive e cronico – degenerative che affliggono la nostra società.
Il fenomeno della resistenza agli antibiotici è diventato inarrestabile e se non subentreranno novità terapeutiche e politiche accompagnate da strategie mirate, nel 2050, avremo più decessi per patologie infettive correlate all’ assistenza sanitaria che per patologia oncologica o malattie cardiovascolari. L’ allarme lanciato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità è espressione della forte preoccupazione che regna non solo in ambito sanitario ma anche a livello delle Istituzioni governative. In attesa che nuovi presidi terapeutici si rendano disponibili l’ uso responsabile ed appropriato delle molecole antimicrobiche, insieme all’ infection control, rimane l’unica possibilità per la limitazione di questa allarmante criticità.
Alla luce di queste premesse abbiamo pensato di organizzare una manifestazione scientifica indirizzata non solo agli addetti ai lavori, ma anche ai cittadini curiosi e sensibili ai problemi della salute, con l’intento di discutere, e per quanto possibile di chiarire, le numerose problematiche sul tappeto riguardanti la nostra disciplina infettivologica. Per la realizzazione di questo evento scientifico e culturale abbiamo richiesto la collaborazione di alcuni tra i più qualificati , competenti e riconosciuti esperti nelle diverse aree dell’ infettivologia e delle discipline affini. Il programma necessariamente contenuto, ma allo stesso tempo un po’ ambizioso, intende favorire una discussione costruttiva tra tutte le componenti sanitarie e sociali interessate agli argomenti affrontati.
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